Finalmente una giornata di sole a scaldare l’atmosfera e l’ambiente del Tepidarium del Giardino dell’Orticoltura in vista del primo appuntamento primaverile del God Save the Wine, il festival vinoso realizzato da Firenze spettacolo, il sommelier “informatico” Andrea Gori e Promowine di Riccardo Chiarini.
Al calar della sera, la suggestiva serra in vetro, ormai nota in città come casa delle farfalle, si è trasformata in un salotto caldo e accogliente dove poter degustare i vini di una decina di aziende e ammirare le creazioni della pittrice Elisabetta Rogai: ritratti di donne realizzati con il vino, e che come il vino e gli uomini maturano e invecchiano.
Protagonisti ovviamente i vini, non solo toscani e soprattutto non solo i soliti noti. Accanto alla piacevolezza ormai consolidata di aziende come Mionetto per le bollicine, Pietrafitta per la Vernaccia di S. Gimignano e il “Nobile” Poliziano da Montepulciano una serie di proposte alternative interessanti, aziende giovani o rinnovate da un nuovo dinamismo. Fra le prime in particolare hanno impressionato i vini di Vigliano, azienda guidata dai due giovani fratelli Marchionni, che sulle colline intorno a Scandicci producono un blend di Sangiovese e Cabernet Sauvignon, L’Erta, di una potenza elegante e misurata; e sempre restando in Toscana l’azienda Pievevecchia a Campagnatico che si sta affermando come una delle realtà più brillanti della DOC Montecucco. Vini ricchi di mineralità che trasudano la ricchezza del territorio su cui crescono sia che si tratti dei bianchi sia dei rossi dal più fresco e giovane blend di Alicante e Sangiovese fino al caldo IGT a base Syrah.
Scendendo verso il sud del nostro stivale, da Chiaramonte Gulfi in Sicilia i profumi caldi, minerali, inebrianti dei vini di Gulfi, un’azienda che dalla sua nascita 15 anni fa, ha deciso di puntare sui vitigni autoctoni dell’isola, quelli che riescono meglio ad esprimere l’anima profonda della terra siciliana: carricante, nero d’avola e, più di recente, il nerello mascalese.
Accanto ai giovani due nomi storici, come Monterinaldi di Radda in Chianti e la friulana Russolo, latitudini e vitigni diversi, ma tutte e due con dei vini che, a parer mio, esprimono con meravigliosa schiettezza il territorio e le uve da cui provengono.
In mezzo a loro la ventata di originalità portata dall’outsider Casavyc che, oltre al classico Morellino ci ha fatto assaggiare vini dal taglio decisamente moderno e coraggioso come il P.Nò un Pinot Nero.. maremmano!
Prossimamente il God….sarà allo Starhotel Michelangelo il 28 di aprile.per i vini da bere nella prossima stagione estiva.
Barbara Bonaccini