CHIANINA E SYRAH 2022 – DUE ROSSE CHE SI ABBRACCIANO IN TRE GIORNI DI FUOCO
In una Cortona soleggiata si è tenuto Chianina & Syrah; tre giorni da vivere appieno, di una ricchezza così entusiasmante che ha fatto dimenticare ogni evento negativo, una sorta di beauty farm spirituale per togliere le rughe di questi anni così difficili.
Cortona è bellissima, intrisa di accoglienza, dai vicoli silenziosi alla piazza più gremita, che ha saputo regalare un calore umano quasi dimenticato, quello vero, senza maschere o mire opportunistiche, con quell’aria di paese che sa regalare momenti di pace interiore.
Nella chiesa di Sant’Agostino si è svolta la prima tranche di Chianina e Syrah, un simposio durante il quale il Prof. Attilio Scienza ha ripercorso la storia del syrah (chiraz, come lo chiama lui), dall’etimologia del nome alle sue insospettabili parentele con il Pinot Nero, il Teroldego, il Dureza (padre del Syrah) e Mondeuse Blanche (madre probabile), per arrivare alla verosimile cuginanza con l’Aglianico.
Un vitigno con un passato meno fortunato; il syrah veniva usato, nell’Ottocento, solo come correzione e supporto ad altre uve nella vinificazione (dovuto probabilmente anche alla sua irregolare produttività). Una storia antica quella del Syrah, che sfocia nel Rodano per il suo terroir (terreno-clima-ambiente-uomo) e che sbarca a Cortona solo a cavallo degli anni Settanta e Ottanta per mano di Tenimenti di Alessandro.
Il Syrah, così sensibile alla siccità, alle ustioni da eccesso di radiazioni che giocano un ruolo fondamentale sul risultato delle annate, vuole terreni freschi e ben drenanti, un portainnesto idoneo a regolare zuccheri ed antociani (il tipo M ha ottenuto comportamenti più regolari e meno suscettibile ai cambiamenti climatici). Una storia geologica di millenni con innalzamenti ed abbassamenti del mare: lo stretto di Gibilterra che si fonde con il continente africano per poi nuovamente staccarsi, la formazione di zone desertiche con grandi cascate (come nella zona del Rodano ad esempio) e, durante l’era terziaria, piogge infinite che formano laghi e fiumi, hanno dato vita a suoli di sabbie arenarie ed argille, dette flish (dal tedesco scivolare).
Cortona si trova su un terreno franco argilloso con molto limo, un terreno perfetto per il Syrah e che pone l’areale cortonese al centro del mirino in Toscana.
L’intervento succeduto al Prof. Attilio Scienza, ha visto il Dott. Olivier Geoffroy (Ecole d’Ingénieurs de Purpan – Tolosa - Francia), il quale ha spiegato il perché la syrah ha il tipico profumo di pepe nero. E’ il rotondone, una delle tante molecole presenti nel vino che, nel suo particolare, regala il tipico sentore di pepe, difficilmente percettibile a comuni nasi; quindi non preoccupatevi se talvolta non riuscite a percepirlo nel calice, poiché solo il 10% di questa curiosa molecola viene estratta dalla buccia dell’acino.
Anni di studi sul rotondone hanno considerato che si sviluppa maggiormente nelle zone più fresche rispetto a zone più calde (quelle sulla costa toscana per esempio), dunque, non riponete troppe aspettative sul sentore di pepe che, come già annunciato, non sempre è così evidente.
Gli assaggi delle syrah che si sono svolte nel pomeriggio nello splendido Palazzo Ferretti, mi hanno riportato a tutto quanto detto in mattinata: che il pepe non è elemento primario al naso, e che, da buona femmina, la syrah assume variabili conseguenziali al terroir. Nessun fil rouge, ognuna con una personalità diversa hanno dato grandi emozioni, ed è stato proprio per queste differenze che non c’è stato un attimo di noia.
Stefano Amerighi, presidente del Consorzio di tutela dei Vini DOC di Cortona, mira alla DOCG e, durante il suo intervento al convegno, parla di otto sottozone nell’areale. Ogni produttore conduce un proprio percorso, vuoi anche per diversità climatiche, vuoi per i diversi metodi usati in vigna ed in cantina, la syrah cortonese è una giovane donna, ancora in fase di crescita. Stefano Amerighi sta lavorando per farne una signora in piena regola, dando una bella spinta alla syrah di Cortona già da diversi anni, e contrapponendosi al mondo tradizionale del vino attraverso principi steineriani, già in essere dal 2002.
Un’anteprima insolita quella di Chianina e Syrah, un po’ per la sua originalità nel debuttare insieme alle sorelle italiane e della vicina Francia con la storica e vocata regione del Rodano, un po’ perché è arricchita da un simposio e da diverse masterclass. Un’anteprima divertente che fa luce anche su altre realtà, regalando una visione d’insieme sulle diversità. L’apertura al pubblico è stato un successo forse inaspettato, 1500 presenze in due giorni, una bellissima atmosfera che non si vedeva più da anni.
Gli assaggi cortonesi mi hanno portato a guardare più ai cuccioli delle aziende, a quelli più giovani in termini enologici, partendo da Fabrizio Dionisio - Cuculia Cortona DOC 2018 – bello e territoriale; Stefano Amerighi - Cortona DOC Syrah 2019, il biodinamico dal frutto acceso e pepe nero, quel primo amore che non si scorda mai; Istituto Vegni – Cortona DOC Syrah 2018 speziato e fresco, complesso ma scorrevole; Chiara Vinciarelli – Polluce Cortona DOC syrah 2018, la precisione sempre apprezzata; Eredi Trevisan - Solosyrah Rosso Cortona DOC syrah 2020, dal fresco sorso di frutti rossi ed erbe aromatiche; Colle Acacia - Cortona DOC Syrah 2020 – la gioventù da caramelle gelé alla frutta con un accenno di pepe mi ha diverto; Fabrizio Doveri – L’usciolo DOC Syrah 2020, fa innamorare tutti per la sua persistenza di frutti scuri vivi e croccanti; scalpitante e potente.
in Sicilia spopola Aldo Viola con il suo Coccinella 2019 IGT – il bel tenebroso dall’animo tenero, un sorso di frutti scuri e minerale. Uno spirito libero in tutti i sensi e poi Planeta – Moroccoli Menfi DOC 2018 – l’arancia di Sicilia ed il mare racchiuse nel calice. Tutti meravigliosamente mediterranei.
La syrah della Toscana ha toccato tutti gli angoli della regione, Da Toscani (Casale Marittimo, pochi km dalla costa livornese) ad Isole e Olena (Barberino Tavarnelle, nel cuore del Chianti) da Varramista (Montopoli in Valdarno, in provincia di Pisa) a Villa la Ripa (località Antria, a pochi passi da Arezzo).
Ogni espressione enologica ha avuto caratteristiche diverse, e l’invito è quello di andare a conoscere ogni produttore, perché il vino è sì convivialità, ma anche conoscenza del territorio in cui prende vita. Riempire gli occhi di bellezza è importante, anche per apprezzare meglio la degustazione del vino.
Riguardo agli assaggi d’oltralpe ho traccheggiato un po’ e, pertanto, non tutti erano ormai disponibili, ma le syrah del Rodano non volevo proprio perdermele. Quindi, solo sei gli assaggi che racchiudo in sintesi con Domaine Frank Blathazar Cornais Chaillot 2019, che devo dirvi, quel tannino con piglio e quel tocco un po’ affumicato ed animale a me piace; Domaine jean Baptiste Souillard – Crozes -Hermitage rouge Tenay 2018 con spiccanti arancia rossa e pepe nero di cui ho ancora il ricordo.
Gli accompagnamenti ai vini sono stati un altro elemento di grande successo: non sono mancati assaggi di porchetta della Valdichiana, di polpette al tartufo nero (tuber melanosporum), tartare di carne, bistecche di chianina alla brace, porchetta di chianina oltre che a peposo, lampredotto ed eleganti sushi di carne. Ma c’è stato anche chi ha fatto la pasta a mano con il ragù di chianina, chi gli gnocchi ed i ravioli tutti lavorati e cucinati al momento.
Il chiostro di palazzo Ferretti si è trasformato con grandi tavoli di legno ed una enorme brace ad ospitare bistecche di Chianina sulla griglia e patate nella cenere, un coronamento perfetto per i vini proposti ai banchi di assaggio. Il pubblico ha risposto entusiasta, mandando in tilt gli addetti ai lavori per le numerosissime prenotazioni.
Allora un grazie di cuore - senza false buone maniere - al Presidente del Consorzio Cortona DOC Stefano Amerighi e a Vittorio Comorri di Terre Etrusche per l’invito e l’organizzazione fantastica e verace, all’AIS Toscana per i servizi sempre impeccabili e a Cortona sempre meravigliosa ed avvolgente.