E lo vogliamo comprare un vino all'asta?

E' una Musigny Domaine Leroy del 2008 la bottiglia di vino in asta da record. E' stata battuta all'asta da Pandolfini e aggiudicata per 67mila euro!


Anche sei vini italiani negli ultimi anni danno molto filo da torcere ai i cugini d'Oltralpe è indubbio che il fascino degli Chateaux è indiscutibile.

Forse anche per questo è francese la bottiglia da record di vino aggiudicata in un'asta in Italia.

Si tratta di una Musigny Domaine Leroy del 2008 che è stata battuta nei giorni scorsi alla cifra vertiginosa di 67.375 euro dalla casa d'aste fiorentina Pandolfini.

L'asta, 573 lotti di vini francesi e italiani, si è svolta il 27 e il 28 aprile segnando un incasso totale di 1.485.785 euro, pari al 218% delle stime. 

Tra le migliori aggiudicazioni figurano anche bottiglie italiane fra cui una magnum di Sassicaia Tenuta San Guido del 1985 che è passata di mano a 9.188 euro, una bottiglia di Barolo Monfortino Riserva Giacomo Conterno del 1945 aggiudicata a 1.225 euro. 


Per lo Champagne domina una Dom Perignon cuvée P3 annata 1985 aggiudicata a 4.288 euro. 

Ci sono voluti 18.375 euro per portare a casa 12 esemplari di alcuni dei principali Château di Bordeaux come Lafite Rothschild annata 2000 e altre 12 Château Margaux del 2000 sono andate a 11.270 euro. Ancora, una singola bottiglia di Pétrus 1998 è stata venduta a 6.125 euro mentre a 22.662 euro è andata un Chevalier-Montrachet Leroy Domaine d'Auvenay del 2004 e una Bonnes Mares Leroy Domaine d'Auvenay del 1999 è stata invece aggiudicata a 11.025 euro. Una bottiglia di Romanée Conti annata 1990 è stata scambiata alla cifra di 25.725 euro, mentre una bottiglia del 2004, una 2000 e una del 2001 sono state aggiudicate ognuna a 21.438 euro. 

"Una vendita eccezionale che conferma ancora di più la tenuta del settore in questo momento di instabilità globale, e che premia la ricerca costante dei migliori prodotti in circolazione", ha commentato il capo dipartimento di Pandolfini Francesco Tanzi.

Beh come dargli torto. Sia in pandemia che durante questi pericolosi venti di guerra il comparto enologico si conferma sempre più anche un investimento sicuro e un settore trainante dell'economia globale.

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