Tra le diverse aree appartenenti alla denominazione Chianti DOCG, quella dei Colli Fiorentini arriva quasi ad abbracciare il capoluogo toscano dove, un tempo, le vigne sfioravano l'ingresso in città.
Innegabile e indissolubile il legame tra il Rinascimento fiorentino e il vino prodotto in questa zona, come attestano forme di arte varia, dalla letteratura alla pittura, più volte testimoni di questo solido connubio. Del resto, il vino da sempre accompagna e sottolinea le vicende di ogni epoca, dalle vittorie più esaltanti alle sconfitte più cocenti. Il vino c'è. E' lì, pronto a consolare delusioni o celebrare successi, ma anche a colorare la quotidianità di chi lo sappia apprezzare.
Il Chianti Colli Fiorentini, la cui produzione è estesa tra 18 comuni, Firenze compreso, è tutelato dal proprio Consorzio, istituito nel 1994, che regolamenta e tutela le aziende aderenti e i vini da loro prodotti, per la maggior parte in regime biologico certificato o con un'attenzione davvero importante alla salvaguardia dell'ambiente.
Il protagonista indiscusso, superfluo dirlo, è il Sangiovese, con cui il Chianti DOCG e le singole altre espressioni territoriali vengono prodotte (in percentuale minima del 70%). Qui il principe degli autoctoni toscani si mostra come il popolo fiorentino ama definirsi: unico (e per questo speciale), simpatico e apprezzato da tutti ma non fatelo arrabbiare. Inoltre, vietato paragonarlo ai suoi conterranei delle altre province: è fiorentino di Firenze, non semplicemente toscano!
Tra le 28 aziende associate, molteplici sono le interpretazioni personali nella produzione della DOCG, versione Riserva compresa. E questo fa senza dubbio la differenza nella qualità di un vino, quando il produttore mette la propria impronta e lo rende unico, pur rispettando rigidamente le regole imposte dal disciplinare, non lo si può che apprezzare di più.
Il “vino di Firenze” è ben riconoscibile per la sua bevibilità, data dal sorso di media struttura e l’equilibrio di bocca tra tannino e freschezza, anche nelle annate più giovani. Il vino quotidiano, certamente, ma in grado di andare a braccetto con le tante specialità golose della cucina fiorentina, signora bistecca compresa, valorizzandosi a vicenda. Un vino schietto, sincero. Un cicerone perfetto per gli avventori che intendono “assaggiare” Firenze e innamorarsene, se già non lo fossero a prescindere!
Ne sono prova, per esempio, tra le altre, queste referenze, degustate in occasione di un recente incontro dedicato alla stampa di settore:
Chianti Colli Fiorentini DOCG 2019 – Malenchini (loc. Grassina/Bagno a Ripoli)
Sangiovese/Canaiolo Fermenta in acciaio inox/Affina in botti di rovere per circa otto mesi.
Vino d’annata, abbracciato da un bouquet floreale tipico del Sangiovese, pronto e succoso. Ricorda le passeggiate assolate immerse negli ulivi che circondano la Villa e le vigne da cui nasce. Autentico.
Chianti Colli Fiorentini DOCG 2018 – Poggio al Chiuso (Barberino-Tavarnelle)
Sangiovese/Canaiolo Fermenta in tini di cemento con permanenza sulle bucce per almeno 20 giorn/ Matura poi in vecchi tini di cemento da 70 q.li
Un anno in più sulle spalle gli regala maggiore distensione e complessità generale. Frutti rossi croccanti che si sposano con delicate note fumé, ricorrenti anche al sorso. Agile e scattante, corre a lungo sul palato, come la spensieratezza che regala un picnic in campagna nella tarda primavera.
Chianti Colli Fiorentini DOCG – La Torretta Riserva 2017 – La Querce (Impruneta)
Sangiovese/Merlot/Canaiolo Fermenta in acciaio inox/Affina 18 mesi in botti di legno di rovere/ulteriore affinamento in bottiglia almeno 6 mesi
Ampio corredo di frutti scuri maturi, spezie delicate e floreale intenso di petali essiccati. Il sorso è avvolgente ma teso, fresco e saporito. Bella la sapidità sul finale, di buona persistenza. Davanti a un caminetto scoppiettante in attesa della cottura della carne.
di Sara Cintelli
Fiorentina DOCG, nata e cresciuta a Firenze, dove ancora oggi vivo e lavoro.
Amo il vino, per questo sono qui. E' diventata la mia professione.
Ne scrivo, lo cerco e lo racconto, nella mia mai doma ricerca di stupore.