La bella storia di “Poggio del Moro”

Un moro dai capelli biondi
Se guardiamo il passaporto come ad un documento ormai dimenticato, se la voglia ed il bisogno di sentirsi liberi andando alla scoperta di luoghi fuori mano si fanno forti e necessari, allora si può sempre montare in auto ed andare alla ricerca di qualcosa di nuovo.


Non lontano dal paese di Chianciano, ai confini con l’Umbria, si trova la Cantina di Poggio del Moro, dove tradizione, modernità ed arte si fondono in un corpo unico.

“Una terra promessa, un mondo diverso dove crescere i nostri pensieri”, cantava un giovane Ramazzotti negli anni Ottanta, ed è così che Tanya ha scelto in questo lembo di Toscana il luogo dove far crescere i suoi sogni: lavorare la terra rispettando il suo naturale processo di crescita senza uso di chimica, adoperarsi per poter meglio trasmettere il concetto di terroir in chiave olistica. Proprietaria di Poggio del Moro dal 2007, partendo da zero e scontrandosi con una dura realtà burocratica, Tanya crea, negli anni, strutture moderne con materiali tradizionali, senza mai posporre eleganza e raffinatezza, sia nelle aree coltivate che negli arredi; una cantina ampia gioca con una incredibile prospettiva attraverso botti di varia dimensione, dove alcuni spazi sono arricchiti da manichini vestiti di juta e adornati con originali monili in oro e, lungo il corridoio, la parete sfoggia audacemente stoffe lamè, incorniciando bottiglie intente in un abbraccio con le sculture adiacenti.

Le tipologie di vino assecondano ogni palato: i pet-nat (vini dall’effervescenza spontanea non filtrati), il bianco ed il rosè, la gamma dei rossi, un vino dolce da dessert e la produzione di grappa.
Ogni etichetta ha un tocco diverso, ogni annata una sua peculiarità, spaziando da fioriti e fruttati profumi del bianco Ivole – trebbiano procanico, grechetto e malvasia toscana, una carezza piacevole di freschezza -, del rosato Galio – dall’aspetto e gusto femminili, un sangiovese in purezza, perfetto per le serate estive ed un buon aperitivo – e del rosso Nu, un beverino sangiovese in purezza, in cui la violetta e la ciliegia fanno da padrone.

La gamma dei più autorevoli rossi si presenta con un Rosso Toscana 2015, dal gusto più cosmopolita a causa del bland di syrah, merlot, cabernet e sangiovese; d’altro canto, il Chianti Riserva 2015, in cui prevale il sangiovese con una minima parte di syrah, ci conduce in una fresca territorialità. Il Rasea riserva 2013 scopre l’identità toscana attraverso un elegante sangiovese “purosangue”. Chiude la degustazione il Chianti colli Senesi riserva 2016, che inonda il naso con una tavolozza di profumi ed un gusto pieno, con finale di bocca persistente e fresco.

Audacia, determinazione ed eleganza sono le forze di Tanya, la quale si è ripromessa di produrre un sangiovese che sarà ricordato nel tempo e del quale sentiremo parlare. Curiosi? Non resta che aspettare e, nel frattempo, scoprire ciò che la ricca cantina propone.

Oltre al vino, l’azienda produce olio EVO, miele e confetture. Speciale la gelatina di uva, apprezzabile anche in purezza, sebbene il suo utilizzo sia consigliato su carni e formaggi.


condividi il post

naviga il blog

post più recenti

consigli per i lettori

Tags

categorie

post correlati

seguici sui social

tag del post