Amarcord di una giornata al Grand Hotel di Rimini – il TRENTODOC
E’ la fine del XIX secolo che segna l’inizio della spumantistica italiana. Le prime etichette avevano la scritta Champagne, nome strappato ai francesi, forse per similitudine del prodotto o forse perché, all’epoca, tutto ciò che spumeggiava e formava cordicelle di bollicine dentro il calice era così considerato (in realtà, qualcuno un po’ di confusione ancora oggi la fa).
Arminio Valentini fu il pioniere del Trentodoc (oggi azienda Valentini di Weinfeld), il quale nel 1899 etichettava con Champagne i suoi vini spumanti, seguito da Giulio Ferrari pochissimi anni dopo. Nel 1936 i francesi rivendicarono il nome creando l’AOC (Appelation d’Origine Controlée) Champagne, così da dare al mondo, una volta per tutte, una chiarezza sulle zone di produzione delle inebrianti bollicine.
Niente da invidiare, in Italia la storia spumantistica ne ha da raccontare ed il Trentodoc che, dopo più di un secolo di storia nella produzione, ne fa una DOC nel 1993, la prima italiana per i vini spumanti metodo classico.
Il Trentodoc, l’inconfondibile bollicina di montagna.
Cinquanta le aziende del Trentodoc che hanno sfilato, lunedi 2 maggio 2022, nelle lussuose sale del Grand Hotel di Rimini, una kermess di sorprendente successo viste le affluenze presso i banchi di assaggio. Un evento organizzato dall’Istituto Trentodoc in collaborazione con AIS Emilia Romagna che ha visto in passerella le diverse tipologie di spumanti metodo classico in abiti brut, extra brut, millesimato, riserva, pas dosé e rosé.
Abate nero
Altemasi
Balter
Bellaveder
Borgo dei Posseri
Cantina Aldeno
Cantina d’Isera
Cantina Endrissi Elio e F.lli
Cantina Furletti Gabriele
Cantina Roveré della Luna Aichholz
Cantina Sociale di Trento
Cantina Toblino
Cantine Ferrari
Cantine Levii
Cantine Monfort
Cembra Cantina di montagna
Cesarini Sforza Spumanti
Cenci Trentino
Conti Bossi Fedrigotti
Corvée
De Vigili
Dolomis
Endrizzi
Etyssa
Gaierhof
Maso Poli
Letrari
Levidé
Madonna delle Vittorie
Man Spumanti
Marco Tonini
Mas dei Chini
Maso Martis
Mittestainer
Moser
Pedrotti Spumanti
Pisoni F.lli
Pravis
Revì
Rotaliana Cantina in Mezzolombardo
Rotari
San Michael
Spagnolli
Terre del Lagorai
Valentini di Weinfeld
Villa Corniole
De Tarczal
Viticoltori in Avio
Wallenburg
Zanotelli Elio e F.lli
Cinque le microaree del Trentodoc: una sopra il lago di Garda, con l’areale della Valle dei Laghi, caratterizzata da un clima caldo per il costante flusso del vento Ora e ben stemperato dai venti freddi del nord; la Vallagarina intorno a Rovereto, dove ferro e basalto sono i protagonisti del terreno; Val d’Adige, – dove risiede la maggiore concentrazione di terreni per il Trentodoc- i cui terreni sono caratterizzati dalla Dolomia (roccia calcarea); Valsugana e Val di Cembra con i loro vigneti in altura e dove i grandi freddi donano vini più taglienti e verticali. Ogni zona racconta il territorio; quello Trentino, coperto da parchi naturali e che già dagli anni Ottanta segue un protocollo di tutela ambientale. La bollicina di montagna è sottile ed immediata, agile e delicata, brillante alla vista e sprigionante profumi di erbe aromatiche, correlata da un gusto citrino e fresco.
Nel Trentodoc lo Chardonnay ne fa da principe, seguito da Pinot nero, Pinot Meunier e Pinot Bianco. Si è passato dai vini più freschi ai più morbidi, fino ai meno persistenti - dovuti a degorgement troppo recenti -; nessuno è passato inosservato.
La bollicina sorseggiata a bordo piscina del Grand Hotel, con le luci dell’imminente tramonto, ha acceso fantasie di altri tempi: incontri galanti in abiti color panna o crema, luccicanti labbra rosse sotto grandi cappelli di paglia, gesti leggermente ammiccanti, adeguati alle lancette del tempo di un’epoca remota.
Il Grand Hotel di Rimini è un monumento nazionale, nato nei primi del Novecento, nonostante l’incendio del 1920 ed i bombardamenti della Seconda guerra mondiale, ha mantenuto al suo interno l’intatto parquet, lampadari originali e arredi francesi e veneziani del XVIII secolo. Impossibile non subirne il fascino e non far scorrere immagini fantasiose di scene romantico-giallesche in ambienti lussuosi, attraverso personaggi di Agatha Christie: un Hercule Poirot, ad esempio, elegante e ghiotto investigatore, grande estimatore di vini fermi.
Per tutto il pomeriggio l’evento è stato arricchito da Masterclass condotte dai Migliori Sommelier d’Italia: Simone Loguercio, Roberto Arnesi, Maurizio Filippi e Stefano Berzi, i quali hanno saputo comunicare vista-gusto-olfatto del Trentodoc attraverso una musicalità di parole che hanno rapito l’attenzione del pubblico, dal più al meno esperto. I termini descrittivi usati dai fantastici quattro sono stati lo specchio dell’anima del Trentodoc, così ricco di diversità ma unito allo stesso tempo dall’esaltazione delle fragranze di frutti, fiori, note vegetali e verticalità, caratteristiche distintive dal resto delle bollicine metodo classico del Pianeta, spesso distinguibili per profumi di panificati e brioches.
Nelle sale del Grand Hotel di Rimini ogni azienda ha relazionato con il pubblico con rispetto e gentilezza, sebbene qualche avventore, ostentante la divisa di rappresentanza da insignito sommelier, abbia calpestato le regole basiche di buona educazione presso i banchi di assaggio. Federico Fellini, che del Grand Hotel di Rimini ne fece sua dimora per un periodo della sua vita, forse, da quelle goffe figure, ne avrebbe tratto personaggi ideali per fotogrammi grotteschi ed ironici.