il Valdarno Di Sopra e la Bio Rivoluzione

IL CONSORZIO TUTELA DOC VALDARNO DI SOPRA PUNTA ALLA PRIMA DENOMINAZIONE BIO IN ITALIA.
LA PRIMA BIOREVOLUTION


“Il Futuro è qui” è lo slogan che apre la prima edizione del Valdarno di Sopra Day, evento curato ed organizzato dal Consorzio Tutela DOC Valdarno di Sopra svoltosi lo scorso 16 maggio presso il Borro, splendida tenuta di proprietà Ferragamo in località San Giustino Valdarno in Provincia di Arezzo. 

Sul podio, a condurre gli interventi, sono stati il Presidente del Consorzio Luca Sanjust ed il Direttore Ettore Ciancico, i quali hanno sottolineato l’importanza di questa denominazione e la determinazione a farne la prima DOC BIO in Italia.

I vini del Valdarno di Sopra hanno secoli di storia alle spalle, un territorio di grande vocazione vinicola compreso tra Firenze ed Arezzo che insieme a Pomino, Carmignano e Chianti furono impresse nel famoso Bando di Cosimo III dei Medici nel 1716. 

I soci producono esclusivamente vini e prodotti biologici, ed ognuno con libero arbitrio. Una denominazione lungimirante che è stata capace di trovarsi d’accordo sulla produttività biologica senza costrizioni, una presa di coscienza all’unisono per il rispetto della terra e della salute dell’uomo.

Più di cento i presenti tra stampa ed addetti ai lavori, ognuno concentrato sulla giornata che si è divisa in due parti: la mattinata dedicata al convegno ed alla degustazione di alcune etichette 2016 e 2019, ed il pomeriggio agli assaggi presso i banchi delle aziende del Consorzio.


Incisivi gli interventi degli ospiti intervenuti, quali Stefania Saccardi Vice Presidente e Assessore all’agricoltura della Regione Toscana –, la quale ha scandito parole ben chiare sull’importanza della partecipazione da parte delle Istituzioni - “Innovare nel rispetto della tradizione e dei valori, un segnale di vitalità delle nostre denominazioni. L’unico modo di poter andare avanti è dare un input”-. Un pieno appoggio da parte dell’Assessore, la quale afferma di aver portato al Governo già una modifica del piano finanziario che consenta di dare una risposta ad ogni produttore. Intanto il Consorzio si è organizzato ed ha creato l’associazione Produttori VigneBio Valdarno. “Non è un ripiego, o un’alternativa” - ha detto Luca Sanjust – “ma uno strumento che vuole rafforzare il nostro messaggio e le nostre intenzioni, e che siamo convinti ci aiuterà ad inserire il biologico come obbligatorio in disciplinare, perchè è quello che vogliono tutti i produttori del territorio”.


Ed è il puntare a diventare una denominazione totalmente biologica anche su carta che fa gridar forte al fine di sensibilizzare i legislatori europei e nazionali che ancora sembrano nicchiare sulla richiesta di modifiche dei disciplinari di produzione sul tema BIO.

“Non è una questione di Marketing o di greenwashing come si potrebbe pensare” – ha sottolineato Ettore Ciancico.

I cambiamenti climatici improvvisi, sebbene la storia ci insegni che sono sempre stati presenti, sono stati incentivati dall’uomo tramite l’introduzione di quantità di CO2 nell’atmosfera tali da rendere la situazione ancora più degenerativa del normale processo. L’intervento di Paolo Sottocorona - metereologo de La7 – ha ricordato ciò che sta accadendo e a cosa, molto probabilmente, andremo incontro: “Ci saranno zone in cui il freddo sarà dimenticato e zone desertiche che vedranno alluvioni: un ribaltamento globale con il quale dovremmo fare i conti.
Le zone desertiche diventeranno verdi mentre le zone verdi desertiche, tutto fa pensare che l’Italia da zona con piogge regolari sia destinata a frequenti siccità. Ci saranno inoltre fenomeni metereologici estremi dovuti al surriscaldamento del Pianeta”. 

La Prof.ssa Gabriella De Lorenzis – Università di Milano – spiega che “Gli strumenti per ovviare al cambiamento climatico ci sono. Miglioramento genetico, portinnesti, molecole da sintetizzare in laboratorio DSRNA, che vanno ad inibire e spegnere alcune funzioni che la pianta ha durante il suo ciclo vitale, al fine di essere resiliente verso un determinato stress. Ricerche che possono essere applicate in tal caso, molecole che, come un pesticida, possono evitare malattie e situazioni di estremo disagio per la pianta, e sono soluzioni naturali. In Italia ed in Europa se tutto questo non viene legiferato non può essere usato.
Ci sono prodotti che non possono essere usati se non consentiti dalla legge. Per adesso quindi restano solo prove di laboratorio”. 


È stato ampiamente affrontato un altro tema riguardante la zonazione dei terreni. Non sarà né UGA né MGA ad essere indicata in etichetta – che, francamente, non danno di fatto indicazioni precise sulla qualità del vino per il consumatore. La vigna, quantomeno, darebbe una indicazione precisa, nel bene e nel meno bene  –, bensì la VIGNA dalla quale provengono le uve destinate a quel determinato vino. 

All’estero, come dice Jeff Porter – “Il consumatore di vino sta cambiando, ed è interessante vedere le diversità di approccio tra USA ed Asia.
 Ma la specificità, la voglia di conoscere da quale vigna viene una determinata bottiglia, soprattutto per i consumatori più esperti e che cercano vini di alto valore, sta diventando sempre più importante, e l’idea di puntare sulla singola vigna risponde a questa richiesta di specificità”.
Si rende necessaria, quindi, una modifica sul disciplinare al fine di sottolineare l’importanza della comunicazione della filiera vino-vigneto-territorio-produttore privilegiando l’indicazione VIGNA in etichetta.  

Per Stefano Chioccioli – enologo – “è fondamentale zonare il terreno; negli anni Novanta venivano fatti vini a spot. La zonazione ha permesso di far capire la classe di qualità della vigna; la qualità intrinseca dipende dal terreno, dal microclima e dalla roccia madre. Non sono fattori modificabili, ma esclusivamente sotto il controllo di madre natura. La qualità di nascita e la qualità acquisita (quella che ha percorso con l’intervento dell’uomo) sono il prodotto di un vino di qualità”. 


La mattinata è termina con gli assaggi delle annate 2019 e 2016 di alcune etichette rappresentative del territorio. La degustazione è stata curata da Jeff Porter. 


Nel pomeriggio sono proseguiti gli assaggi delle seguenti aziende:

CAMPO DEL MONTE

CLIO CICOGNI

FATTORIA FAZZUOLI

FATTORIA BELLOSCGUARDO

E’JAMU

IL BORRO

IL CARNASCIALE

LA SALCETA

MANNUCCI DROANDI

MIGLIARINA E MONTOZZI

PETROLO

PIAN DEL PINO

PODERE LA MADIA

TENUTA SAN JACOPO

TENUTA SETTEPONTI


complimenti agli organizzatori che hanno saputo ovviare al clima avverso, trasferendo con rapidità e professionalità la degustazione in un ambiente chiuso.
Alla prossima edizione del Valdarno di Sopra Day e che sia un ottimo inizio per la BioRevolution.

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