Cocktail ed Arte si incontrano in percorsi sotto gli Uffizi

Cocktail ed Arte si incontrano in Percorsi incisi sotto l’ombra degli Uffizi


Zita Regina Da Silva è un’artista da sempre: ha esperienza, talento ed ha un bel curriculum di studi sull’arte incisoria dal 2005. Niente a che vedere con chi, durante il famigerato lockdown, si è scoperto pittore, scultore, scrittore, attore e quant’altro. Due anni che hanno prodotto fenomeni con talenti fino a poco prima nascosti, probabilmente dovuti a costrizioni introspettive o addirittura per ingannare la noia dentro le mura di casa e, perché no, del talento improvviso, farne anche un business alla bisogna. Per Zita è stato diverso, è rimasta nel silenzio artistico soprattutto durante la red zone, concentrandosi sulla precarietà di un momento difficile, sull’impossibilità di vedere per due lunghi anni sua figlia Giulia che studia a New York, ed ancor peggio senza sapere quando poterla riabbracciare.




Ma ecco che l’evento partito il 27 novembre 2021, “percorsi incisi sotto l’ombra degli Uffizi”, torna a far brillare gli occhi artistici di Zita Regina da Silva e, dopo mesi di torpore, finalmente un esordio ricco di raffigurazioni di volti, animali, colori, ma anche di lampade con il ricamo a tombolo e disegni a mano libera.

Non vi è nessuna presunzione di scrivere con occhio critico sull’arte di cui non posseggo alcuna qualifica, bensì di favorire quella sana curiosità verso coloro che, oltre ad avere passione e talento, non si sottraggono al duro lavoro di settimane e di mesi - con il rischio di lasciare opere incompiute - allo scopo di trasferire un’emozione o una passione su qualcosa che le ricordino in eterno. Zita durante l’inaugurazione della sua mostra ha fatto molto di più, ha dato anche una forza di sapori – vorrei ricordare che è anche una qualificata sommelier - attraverso le mani dell'eclettico amico sommelier e  barman ABI  Max Liuzi che, attraverso la sua impeccabile professionalità, sagacemente ha trasportato il significato di alcune opere in un cocktail. 



Ma andiamo per ordine. Percorsi incisi Sotto l’ombra degli Uffizi è il titolo della mostra che trova la sede presso l’ever green Società Canottieri di Firenze, proprio sotto il corridoio Vasariano; splendida la posizione, proprio sulle rive di un Arno che riflette, a pochi metri di distanza, un Ponte Vecchio di insolita bellezza.  L’entrata è libera ed è l’occasione di evadere dal caos frenetico a ridosso di Natale, un angolo di pace e di bellezza dove i quadri di Zita regalano emozioni ed anche qualche momento di riflessione. La mostra, infatti, verte su tre percorsi: quello biblico, quello degli animali in natura e, l’ultimo, quello sui lavori con tecniche usate dall’artista - acquaforte, acquatinta, cera molle, colografia, goffratura, linoleografia, litografia, maniera nera, puntasecca e xilografia. - Le opere sono diverse per tecnica e tema, un fil rouge di sacralità e bellezza persino nelle rappresentazioni di delicati temi come l’incesto; la distruzione di Sodoma e Gomorra rappresentata con “Lot e le sue figlie”, dove padre e figlie si trovano in atteggiamenti erotici, a cui è stato abbinato un cocktail a base di acquavite di moscato e vino moscato, ad indicare la fusione di due liquidi provenienti dalla stessa origine – il vino – arricchite da alcune gocce di Drambuie e di bitter all’arancio.




“La pesca miracolosa” vede un Gesù dallo sguardo rassicurante e dalle braccia spalancate ed accoglienti, le mani che tengono una rete piena di pesci colorati; un’abbondanza straripante, un’opulenza di figure e di colori che ha ispirato Max verso l’esecuzione di un Gibson, – un cocktail internazionale – in cui l’aggiunta di un’alice arrotolata nel bicchiere dona l’aroma e l’untuosità perfettamente in equilibrio con il gin ed il vermouth dry.

Il percorso successivo, quello degli animali, è quello che rapirebbe gli occhi di ogni bambino: dalle farfalle, ai tucani, ai delfini che si confondono tra corpi in una bottiglia, il gatto, i pinguini, le pecore, e tanti altri. Il tema degli animali è composto da opere ricche di colori, come le farfalle ed il dodo, – uccello ormai estinto e che Zita ha voluto ricordare - ma non mancano quelle in bianco e nero, come il gatto e le tredici pecore. I cocktail sono stati interpretati con un arcobaleno di colori attraverso l’Island Paradise, un effetto cromatico nel bicchiere con granatina e succhi di frutta, brillantemente coronato da un blu curacao, ma anche da un black russian a base di vodka, liquore al caffè e panna a finire, per interpretare il bianco e il nero.





Succedono quadri con varie tecniche, lampade fatte a tombolo, disegni a mano libera, immagini in cui si trattiene un po’ il respiro come per space oddity, – quadro che prende il titolo dall’omonimo brano di Bowie – in cui l’ignoto ci porta nell’oscurità; un’opera affiancata ad un quadro con un pinguino sopra un mondo che si sta sciogliendo per i cambiamenti climatici. Sull’ignoto è stato abbinato un cocktail total black, un withe Lady addizionato di Gum nero, uno sciroppo a base di gomma arabica e carbone vegetale capace di colorare senza alterare il gusto.

Riflessioni, emozioni e motivi per soffermarsi su problematiche ataviche e sulle disattenzioni degli uomini verso l’ambiente, ma non perciò poste con drammaticità, nonostante un’attualità poco confortante. La passione per la Bibbia di Zita ed i suoi mille colori offrono uno spazio davvero particolare, di positività e di fiducia nel futuro.



La mostra è aperta fino al 18 Dicembre con orario continuato dal lunedì al Sabato dalle 9.30 alle 18.00 e la

Domenica dalle 9.30 alle 12.00 con ingresso gratuito presso Società Canottieri Firenze -  green pass obbligatorio.



Nella foto Zita e Barbara

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