Presentata al Teatro Verdi di Montecatini la guida “Slow Wine 2020” e alle Terme Tettuccio la degustazione

Doppio evento sabato 12 ottobre 2019 a Montecatini Terme,  al Teatro Verdi la mattina presentata  la Guida “Slow Wine 2020” e nel pomeriggio alle Terme Tettuccio si è tenuta la consueta   grande degustazione con protagonisti il “Vino dell’anno” con le 600 cantine recensite in guida e oltre mille etichette.


Una grande sete di cultura sul mondo del vino e un lavoro di approfondimento che non può fermarsi al bicchiere, ma che deve andare oltre la bottiglia, per conoscere persone e territori. È questo il quadro sul mondo della formazione dedicata al vino delineato oggi a Montecatini Terme, durante il convegno di presentazione di Slow Wine 2020Sapere di vino: percorsi di formazione per professionisti e consumatori. «Nonostante Slow Food abbia oltre 30 anni di esperienza nel mondo del vino e della formazione, prima con i Master of Food e più recentemente con le proposte accademiche dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, e la guida Slow Wine con il suo approccio abbia compiuto 10 anni, c’è ancora tanto lavoro da fare. Da un lato con i professionisti che hanno un continuo bisogno di aggiornamento, visti anche i ciclici cambiamenti registrati nella produzione del vino, in vigna e cantina, e nella relativa comunicazione. Dall’altro sul fronte dei consumatori finali, che vogliono capire quali siano le differenze tra un’agricoltura e un’enologia di alta qualità, comparate a vini di scarso pregio che non fanno bene né all’economia né alla natura. E anche in questo caso i professionisti possono giocare un ruolo fondamentale nel trasmettere le loro conoscenze a un pubblico più ampio» hanno sintetizzato i curatori della guida Giancarlo Gariglio Fabio Giavedoni.


A maggior ragione all’estero, dove il vino italiano paga spesso l’immagine attribuitagli, a torto, di un prodotto non ancora valorizzato adeguatamente e di cui non è percepita la ricchezza del sistema di denominazioni, la formazione è indispensabile. Negli ultimi anni, il Governo italiano ha deciso di supportare le aziende vitivinicole che operano all’estero con campagne di comunicazione di grande impatto ed eleganza, partecipazione a eventi promozionali in territori non frequentemente esplorati e attività di formazione, per elevare il posizionamento del vino italiano: «La nostra azione è rivolta agli operatori del trade perchè se imparano ad apprezzare lo spessore e la ricchezza del vino italiano, a conoscerne le denominazioni, potranno vendere meglio le nostre etichette e diventare ambasciatori del vino italiano, rendendo a loro volta consapevoli i consumatori finali. In particolare negli Stati Uniti, abbiamo avviato un programma di 10 corsi in altrettante città che terminerà nella primavera 2020 e che a termine avrà formato 300 esperti che potranno condividere questo patrimonio di conoscenze con i loro clienti» ha raccontato Gioia Gatti, responsabile settore food and wine dell’Ice di New York.


In questo solco si inseriscono le attività di formazione classiche, come quelle della Fisar, presentate da Davide Amadei, referente centro tecnico nazionale: «Da sempre nella nostra didattica ci preoccupiamo di formare i sommelier da un punto di vista tecnico ma assicurandoci sempre che il linguaggio sia semplice e diretto, e che rappresenti innanzitutto le peculiarità del territorio in cui nasce il vino e la storia di chi lo ha prodotto. Per questo, grande attenzione è dedicata alla formazione, all’aggiornamento e alla qualità di relatori e docenti. Tra le novità dei nostri percorsi di formazione presenteremo a breve anche i nuovi corsi monografici sulle denominazioni e i singoli vitigni e, come prima assoluta, i corsi sulla birra». 

«Proprio da questo interesse per i territori nasce la collaborazione con Slow Wine, con cui ormai da cinque anni condividiamo lo stesso percorso e gli stessi valori. Oggi insieme alla redazione di Slow Wine festeggia tutta la Fisar nazionale, infatti molti nostri sommellier sono coinvolti nella selezione delle cantine e nelle degustazioni per la guida e mi sento di dire che in futuro avremo la possibilità di avviare nuovi progetti insieme» ha aggiunto Luigi Terzago, presidente nazionale Fisar.


Pioniera in questo ambito, anche l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo si è dotata di una specifica didattica dedicata al vino, come ha raccontato Nicola Perullo, prorettore e co-coordinatore del Master Wine Culture and Communication: «Miriamo a offrire una visione completa e sistemica del mondo del cibo, e quindi anche del vino, della sua produzione ma anche e soprattutto della sua cultura e del suo ruolo come attivatore di relazioni sociali e comunicative. Ecco allora che, oltre alle lezioni da sempre presenti nel programma delle lauree triennali e magistrali, rilanciamo il Master in Wine Culture and Communication, che a partire da questa edizione si rinnova e si arricchisce: gli studenti potranno scegliere tra l’indirizzo dedicato al marketing, con approfondimenti su temi economici e aziendali, e quello dedicato alla percezione e comunicazione, per innovare i linguaggi della gastronomia e del vino. La nostra formazione accademica, insieme teorica e pratica, con docenti di livello internazionale, è il primo grande passo per poter raccontare in modo completo il mondo del vino».


Tra le iniziative intraprese dal sistema vino di Slow Food, è stato presentato oggi anche il corso di Alto Apprendistato in Sommellerie e management di cantina, organizzato dalla redazione di Slow Wine, dalla Banca del Vino e dalla Fisar a Pollenzo a partire da settembre 2020. «Negli incontri quotidiani con produttori e distributori di vino è diventata sempre più impellente la richiesta di formazione del personale di sala dei nostri ristoranti e osterie. Accade infatti che gli sforzi tesi a realizzare e vendere vini di alta qualità siano poi vanificati dalla mancanza di professionisti che sappiano valorizzare le carte dei vini e che queste siano a volte fotocopie una dell’altra e non frutto di attenta ricerca. Per questo abbiamo pensato a un corso di Alto Apprendistato che riesca a formare i giovani e fornire loro anche gli strumenti culturali e manageriali per affrontare questa professione, affinché tutta la filiera possa crescere dal punto di vista economico, trasmettendo cultura ai consumatori» ha puntualizzato Gariglio.


Eventi come la presentazione della guida e la degustazione, con i suoi contenuti e i suoi numeri di produttori presenti e pubblico, hanno un grande impatto sul territorio di Montecatini Terme e per questo l’amministrazione ha rinnovato la disponibilità ad accogliere Slow Wine, ha ricordato l’assessore alla cultura di Montecatini Terme Antonella Volpi

«Con l’edizione 2020 Slow Wine compie 10 anni delineando fin dalla sua prima edizione uno stile che non si ferma solo alla degustazione dei vini e alla recensione delle cantine, ma traccia un percorso importante nella storia della vitivinicoltura italiana, spostando l’oggetto della fotografia del vino dal bicchiere roteante ai luoghi e alle persone. Riprendendo in mano la guida, edizione dopo edizione, ci siamo resi conto che la fotografia scattata nel 2010 e quella del 2019 sono così diverse che stentiamo a metterle a fuoco. Non perché siano cambiati i protagonisti delle nostre storie, ma perché è mutato l’approccio sia degli appassionati, sia dei vignaioli. Dieci anni fa le star erano gli enologi, i macchinari di cantina, i fusti in cui affinava il vino. La vigna era al margine, l’agronomo e l’agricoltore i reietti. Oggi invece i vigneron hanno capito che il mondo sta cambiando, che la salute della Terra è diventata impellente esigenza comune. Perché il Pianeta brucia e tutti hanno il dovere di portare un secchio per tentare di spegnere l’incendio. Il nostro secchio è Slow Wine, e seppur piccolo, siamo convinti che il messaggio che vogliamo far germogliare abbia la sua forza: prima l’agricoltura, prima il valore del vignaiolo custode della fertilità del suolo, poi magari anche il sentore di ciliegia e fragola dentro il bicchiere» hanno aggiunto i curatori presentando la guida e la nuova cover.


Chiude la riflessione Massimo Bernacchini, esponente del Comitato Esecutivo di Slow Food Italia, ripercorrendo la storia dell’associazione: «Sono passati 30 anni dalla firma a Parigi del Manifesto di Slow Food ma quel modo di interpretare la folle frenesia della nostra vita quotidiana ci rappresenta ancora; così come è tutt’altro che antiquato quell’appello all’homo sapiens, affinchè recuperi la sua saggezza per liberarsi dalla velocità che può ridurlo ad una specie in via d’estinzione. Sono parole che ancora oggi possono guidare i nostri giovani, affinchè con il loro lavoro nelle vigne e in cantina, contribuiscano, nel segno di Slow Food, a rendere questo mondo più buono, pulito e giusto».


Come già lo scorso anno, la presentazione ufficiale di Montecatini Terme è stata anche l’occasione per consegnare i tre premi speciali dell’edizione 2020:
Il premio al giovane vignaiolo va in realtà a un gruppo, SoloRoero (www.soloroero.it): tre giovani vignaioli, delle aziende Valfaccenda con (Canale, Cn), Cascina Fornace e Alberto Oggero (queste ultime a Santo Stefano Roero, Cn), animati dal grande amore per il Roero, una vitalità la loro in grado di dare una scossa alla denominazione e di aggiungere un rinnovato spirito di cooperazione e confronto che da tanto non si respirava con così tanta forza in Piemonte.
«Era il 2014 quando abbiamo raccontato per la prima volta ai ragazzi di Slow Wine il nostro progetto di SoloRoero e sono stati proprio loro i primi a crederci e a sostenerci» ricordano Luca Faccenda, Enrico Cauda e Alberto Oggero. L’appuntamento con il Roero e con le cantine che avranno la possibilità di raccontarsi a SoloRoero è per il 21 marzo 2021.
Ha consegnato il premio Massimo Bernacchini, rappresentante del Comitato Esecutivo di Slow Food Italia.

Al Paradiso di Manfredi (Montalcino, Si – www.ilparadisodimanfredi.it) va il premio alla viticoltura sostenibile perchè tutto è armonia  e attenzione per l’ecosistema e la natura nelle vigne-giardino di Florio Guerrini, armonia e attenzione che si sentono poi nei rossi di questa cantina, vibranti di vita.
«Abbiamo un suolo e un microclima che ci permettono di non dover intervenire né in vigna né in cantina e di continuare a produrre i nostri vini così come li abbiamo sempre fatti nella nostra famiglia» raccontano Florio Guerrini e la figlia Gioia.
Ha consegnato il premio Maria Grazia Malatesta, marketing e vendite selective line di Verallia.
Il premio alla carriera va a Edi Keber (Cormons, Go – www.edikeber.it), portabandiera del suo amato Collio, negli anni ha compiuto scelte coraggiose volte all’esaltazione del terroir, realizzando una sola splendida etichetta e praticando un’agricoltura rispettosa dell’ambiente e della biodiversità.
«Il mio sogno è vedere un giorno un vino unico, il Collio condiviso e prodotto da un unico territorio appartenente a due stati, l’Italia e la Slovenia. Purtroppo, se un giorno questo muro sarà abbattuto, chi potrà goderne non sarà la mia generazione ma quella dopo di me» dichiara Edi Keber.
Ha consegnato il premio Lucio Berta, brand communication manager di Reale Mutua.Per scoprire tutti i riconoscimenti della guida, regione per regione clicca qui 





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